VICINO AL MARE NON C'È CAMPO
Colletta di Castelbianco - Savona - Italia
“Non si può riutilizzare uno spazio esistente se non riprogettandolo”
Giancarlo De Carlo
Passeggiando per le vie il telefono non ha campo.
È la prima cosa che notiamo. Quasi un paradosso per quello che viene definito primo esempio in Italia di borgo medievale telematico.
Subito ci incavoliamo, poi però è la nostra fortuna. Senza rete parliamo con la gente che anima le vie, il bar. Ci imbattiamo per caso in un vecchietto seduto su un muretto di pietra, che ci racconta la storia del borgo. Scopriamo così che, anticamente, era un presidio difensivo contro le invasioni dei Saraceni, assai frequenti in Liguria. Il carattere chiuso in sé stesso è ancora oggi un elemento forte, di cui ci accorgiamo appena ci perdiamo per le strette viuzze. Il vecchietto ci racconta anche di come un terribile terremoto provocò lo spopolamento delle case, tutte dotate di una stalla semi interrata abitate da contadini e allevatori.
Lui di sicuro non ha vissuto quegli eventi, visto che si tratta del 1887, ma i racconti si sono tramandati di generazione in generazione e sono arrivati magicamente fino a noi.



Un attento restauro negli anni ’90 guidato dall’architetto ligure Giancarlo De Carlo ha permesso il recupero del borgo che ormai era in stato di abbandono. Le strutture originarie sono state mantenute e sono stati usati solo materiali e tecniche locali. Lungimirante fu l’organizzazione e il collegamento alla rete internet. De Carlo fu molto colpito dalla tipologia delle abitazioni tutte con accessi separati a diversi livelli, carattere che è stato mantenuto come focus progettuale. La progettazione è partita dal modulo che in questo caso è la stanza voltata, il nucleo minimo.


Un po’ sovrappensiero, ci chiediamo come faccia un vecchietto a salire e scendere tutte queste scale. Le case infatti hanno tutte accessi separati a più livelli, ponti, scalinate e doppie altezze. Sembra quasi di trovarsi in uno scenario da paese del nord; la mente ci porta ai piccoli borghi della Scozia più remota, invece siamo incredibilmente a due passi dal mare, in Liguria. La caotica città di Albenga è incredibilmente vicina, ma sembra in realtà lontanissima. Anche qui a suo modo c’è caos, ma è un caos piacevole, scandito dal vociare delle persone. C’è chi legge un libro, il barista che da solo, in pieno agosto, corre da un tavolo all’altro con il sorriso, la signora che affitta casa e tutta fiera mostra la vista dalla camera ai nuovi arrivati e poi la famigliola con i bambini che scorrazzano sulle stradine ciottolate, giocando a nascondino.


L’architettura del borgo è fatta di case in pietra con il tetto piano e i terrazzamenti che seguono il pendio delle colline. Le porte e le finestre sono tutte colorate: rosso scarlatto, blu oltremare e verde acqua. Ci chiediamo se questi colori hanno un significato preciso. Immaginiamo che esista uno schema di accessi e colori che ha l’obiettivo di guidare i visitatori e i residenti che vivono questo borgo. Le macchine qui a Colletta non arrivano, non si sente un rumore, se non quello delle fronde mosse dal vento e del vociare delle persone. L’inglese, si mescola all’italiano al francese al tedesco. Il borgo è abitato da un grande numero di stranieri che hanno scelto questo posto come luogo di riposo e vacanza, alcuni anche come posto in cui vivere e lavorare.



A vederlo così si capisce come il progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo, che sembrava quasi un azzardo, è invece una scommessa ben riuscita. Il borgo rivive grazie alla moderna tecnologia. Quanti altri borghi abbandonati potrebbero essere recuperati con queste modalità?! Ci immaginiamo come sarebbe bello lavorare da qui, spersi nel nulla, ma con il collegamento alla rete da ogni camera: essere connessi al mondo pur stando sconnessi e nel verde, a due passi dal mare.
Ma comunque il telefono non prende!